La struttura e gli elementi

Il Giardino è formato da una serie di terrazze in notevole pendenza che si distendono verso Firenze. Seguono un ideale asse centrale, da Nord a Sud, che diventa così l’elemento compositivo principale del Parco.

Lateralmente sono stati disegnati altri spazi di una certa complessità: la Cappella con il suo giardino e l’altro giardino sottostante; quindi le scalinate, che portano allo spazio dedicato alla musica e al Lagoche aveva un volume d’acqua originario di 8.729 metri cubi per una profondità massima di 6 metri ed una superficie d’invaso di 3.615 metri quadri.

Anche il bosco gioca un ruolo molto importante, sia costituendo la quinta vegetale che racchiude la composizione, sia per una serie di percorsi, di architetture e di decorazioni realizzate al suo interno.

Dalla prima terrazza, delimitata da un parapetto in muratura che circonda la Villa, scende un percorso in quota, un vialetto sopraelevato che consente di ammirare dall’alto il secondo terrazzamento: una geniale intuizione, che caratterizza fortemente lo spazio anche grazie alla siepe di bosso potata ad archi rovesci e sfere.

La serie di terrazze si distende in successione ritmata da balaustre scenografiche, da statue, da vasi collocati strategicamente e da una nutrita serie di fontane. Se ne contano ben 29, alimentate da oltre 100 zampilli d’acqua: Paolo Peyron le ritenne infatti essenziali per la realizzazione del suo giardino. Anche se diceva di non aver mai studiato la storia dei giardini, è tuttavia evidente che il lavoro amatoriale di Peyron si basò su una serie di modelli che gli erano ben presenti e che fecero parte del suo bagaglio conoscitivo.

Sicuramente doveva avere visitato alcuni dei giardini presenti sulle colline di Fiesole e realizzati nei decenni precedenti agli anni trenta.

Se non come schema progettuale ma almeno come idea di un riferimento appassionato, il prototipo presente alla sua ideazione è stato comunque il giardino all’italiana con le siepi di bosso, le forme topiarie, le statue e le fontane.