Il Paesaggio

Il paesaggio agrario

“Villa Peyron il Bosco di Fontelucente” è posta in un ambiente naturalistico modellato dalla mano dell’uomo nei dintorni di Fiesole e le proprietà si estendono fra le quote 316,8 – 505,6 metri s.l.m.m., nei circostanti oliveti e superfici boscate fino quasi a raggiungere la cima delle soprastanti colline di Monte Fiano (472 m s.l.m.m.) e di Monte Muscoli (566 m s.l.m.m.).

L’oliveto, con originaria funzione prettamente produttiva, a seguito della gestione di Paolo Peyron, subì una trasformazione necessaria a ‘legare’ questa realtà agricola, di grande fascino estetico e paesaggistico, al costruendo giardino ed al suo ampliamento. Peyron fece divenire pressoché puro l’oliveto a seguito dell’estirpazione della vite, l’abbandono dei frutti, l’eliminazione delle colture orticole e dei seminativi.

Per i danni della gelata del 1985 e il successivo abbandono degli olivi nel 1999 la Fondazione fece potare le piante per ricondurle ad una forma adeguata alla loro attuale natura: il carattere paesaggistico legato strettamente al Complesso giardinistico della Villa Peyron.

boschi ed i seminativi presenti nella proprietà si estendono per oltre 20 ettari di superficie e la zona a Parco con il bosco naturaliforme, hanno un ruolo fondamentale in questo complesso dove paesaggio, agricoltura, cultura ed arte si intrecciano e si compenetrano. Il giardino si inserisce nel paesaggio, aprendosi ma al contempo rifugiandosi in esso, per celarsi e scoprirsi meravigliosamente al visitatore che vi si addentri.

Nel 2002 si è recuperato l’annoso “Viale di Pini” che collega verso Castel di Poggio la porzione più bassa del Parco a Sud con l’altra parte a Bosco-Parco, ritrovando quella viabilità che collega queste due aree boschive e la vegetazione arbustiva a biancospini, lentaggini e rose sarmentose, che sui due lati del Viale raccorda fra loro i pini stessi.

La Fonte Pecchioli

La Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron nell’intento di recuperare tutte le qualità dei suoi beni e valorizzare l’ambiente circostante alla Villa Peyron ha effettuato nel 2001 il recupero della sorgente che dà origine al toponimo del luogo: Fonte lucente, una fonte naturale appartenuta alle suore Mantellate e già riportata nelle cronache del Cinquecento.

Angelo Peyron, intorno al 1915, realizzò un’imponente opera, descritta come “faraonica”, che consentì di portare l’acqua presso la Villa Peyron, trasferendola attraversando la collina che la separava dalla sorgente, grazie alla costruzione di una galleria voltata molto ampia e che consente il passaggio di due uomini in piedi.

Quest’opera rappresenta l’unica fonte d’approvvigionamento idrico per gli usi civici e consente oggi il funzionamento delle fontane presenti nel Giardino e nel Parco oltre ad alimentare il Lago.

L’importanza di questo recupero ambientale trova la massima espressione nella molteplicità dei valori raggiunti:
–  ripristinare l’antico lavatoio (viaio) di raccolta delle acque naturali;
–  migliorare l’afflusso naturale al torrente Sambre, affluente dell’Arno in zona Compiobbi e che forma un sistema naturalistico d’importante valenza locale;
–  favorire la permanenza della fauna selvatica ricreando un micro ambiente ideale attraverso la rimessa a coltura dei terreni seminativi con opportune specie da pascolo.

La costruzione del lavatoio della Fonte del Pecchioli risale alla fine del 1800, quando veniva utilizzato per la lavatura dei panni  e per l’abbeverata del bestiame.

Nel periodo della seconda guerra mondiale, la galleria voltata realizzata da Angelo Peyron per trasferire l’acqua dalla sorgente alla Villa al Bosco di Fontelucente, fu utilizzata dai contadini e dalla gente del posto come nascondiglio per sfuggire alle incursioni aeree e alle rappresaglie dei soldati nemici.