Il Giardino formale e l’ampio Parco di Villa Peyron il Bosco di Fontelucente costituiscono un’oasi di sogno e di pace che si materializza sul declivio di una collina offrendo uno straordinario panorama di Firenze.
Il sogno di un appassionato
Il Giardino di Villa Peyron, nato esclusivamente per il diletto del proprietario, è la creazione della fantasia e dell’amore di Paolo Peyron, che nel 1919 ereditò la proprietà e dal 1934 vi si stabilì, iniziando i lavori di sviluppo con una passione ed una sensibilità rare, al pari di un vero e proprio connoisseur ottocentesco continuando una tradizione che in Toscana nel passato ha dato origine ad importanti giardini creati da ‘amatori’.
Un giardino di modeste dimensioni, circoscritto alle parti più vicine alla casa, esisteva già al momento dell’inizio dell’avventura di Paolo Peyron. Dal 1934 è cresciuto senza un progetto completo ed un disegno d’insieme ma comunque in maniera organica, secondo un’idea che lo stesso Peyron ha continuamente perseguito senza avvalersi dell’aiuto di professionisti od esperti, ma creando il giardino nel tempo, per parti successive come un vero e proprio work in progress.
A proposito dell’inizio della costruzione del giardino, Paolo Peyron raccontava: “La prima cosa che ho pensato è stata quella di realizzare uno squarcio nel bosco, per aprire la vista verso il paesaggio”.
Forte è l’influenza della professoressa Ines Julia Zanaga (1873-1958), tanto cara a Paolo Peyron da chiamarla affettuosamente ‘Zaghina’, che pone le basi per questa creazione – come raccontava Peyron: “… e Zaghina mi ripeteva quanto mio padre amasse questo luogo e aggiungeva: ‘Se anche un giorno sarai costretto a mangiare solo pane e cipolla, in un posto come questo sarai sempre un gran Signore”. Con questo pensiero ‘plasma’ la proprietà lasciatagli dal padre, caratterizzata da un più forte indirizzo agricolo – da questa campagna traevano frutti diversi utili alla famiglia: olio, vino, grano, frutta, bovini, polli e conigli, patate e ortaggi vari, ecc. – trasformandola in abitazione signorile dotata di ampio giardino.
Come in tutti i luoghi artificiali c’è un momento iniziale in cui il posto inizia a modificarsi ed è affascinante quindi provare ad immaginare come fosse “Villa Peyron il Bosco di Fontelucente” prima della sua trasformazione: davanti alla Villa il bosco chiuso che oscurava la visuale, sul retro il giardino come uno squarcio, un’apertura. Ancora oggi questa “veduta” è forse il suo carattere dominante, insieme alla sensazione di essere un luogo ritagliato quasi a fatica in una massa vegetale densa e compatta.
A seguito della donazione nel dicembre 1998 la Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron si attivò per il riconoscimento e notificazione della Villa Peyron e la Soprintendenza ai Beni Architettonici e Monumenti di Firenze ritenne il complesso della Villa e del Giardino-Parco esempio valido di “Giardino del Novecento” (atto del 22 luglio 2000 ai sensi del Decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490 ”Testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali” – Titolo I e II).
Tale accezione di “Giardino del Novecento”, inteso quale complesso interagente fra edificio signorile (villa), giardino formale, parco naturaliforme e campagna, si configura non solo nella semplice creazione del giardino piuttosto invece nella trasformazione completa del paesaggio operata negli anni da Paolo Peyron che, nel periodo successivo al 1950, riconduce anche la coltivazione agraria a fini estetici e paesaggistici.
Dall’anno 2002 la Fondazione ha iniziato la valorizzazione, la musealizzazione e la gestione totale sulla proprietà seguendo le linee guida della “Carta di Firenze” (1981), relativa alla salvaguardia dei giardini storici, secondo la quale un giardino storico è “… una composizione di architettura il cui materiale è principalmente vegetale, dunque vivente e come tale deteriorabile e rinnovabile” ed esso è da considerarsi un monumento vivente che necessita di salvaguardia.